Recensione di “Morte a Posillipo” di Agnese Manzo

17 Giu 21 | Leggere | 0 commenti

L’intreccio si sviluppa tra un lussuoso attico a Posillipo e un casa abbandonata in riva al Lago Patria, poco distante da Napoli. In tutto il romanzo si contrappongono la ricchezza ottenuta con i traffici illeciti della malavita organizzata e la povertà umile e onesta di chi vuole fare giustizia. Nel racconto claustrofobico si alternano personaggi crudeli e sanguinari ad altri che vivono sentimenti teneri e primordiali, come l’amore per un figlio, o l’affetto verso le persone a cui si è legati da una vita. Un affetto profondo che può anche avere un costo altissimo. L’autrice è stata abile a orchestrare una storia dai caratteri noir basata su pochi elementi e pochi personaggi, che vengono sviscerati e messi completamente a nudo. Ne vengono presentate le pulsioni, non solo quelle nobili, ma anche quelle vili e cruente. La vicenda, incentrata sulla condizione di schiavitù di due sorelle, si dipana a poco a poco, svelando un mondo di affetti familiari purtroppo sconvolto dalle continue minacce dei malavitosi. Una situazione immaginaria ma fin troppo reale, dove a volte anche i “cattivi” mostrano il proprio lato umano. Ho molto apprezzato la capacità dell’autrice di sviscerare i risvolti più sfaccettati dell’animo umano, in un racconto che avvince e ci porta dritti verso il finale, inaspettato e ricco di colpi di scena.

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