Leggere il libro di Laura Minguell Del Lungo è stata una vera rivelazione. Mi sono sentita catapultata in un mondo che difficilmente occupa le pagine della letteratura d’evasione: la vita di chi opera in ospedale, in particolare in quelle zone off limits che siamo soliti nominare sottovoce, spesso con una stretta allo stomaco: il mondo della rianimazione e dell’anestesia operatoria.
Le recensioni troppo spesso esaltano i libri anche quando non lo meritano, ma posso garantire che ciò che scrivo è sincero, dalla prima all’ultima parola. Sono rimasta ammaliata dalla scrittura e soprattutto dai sentimenti di Laura. Al fondo della sua storia si percepisce la sincerità, l’amore per un lavoro così delicato e la passione per il gioco di squadra, la solidarietà umana. Sono qualità rare.
La scrittura è fluida e piacevole, mai banale. I personaggi si muovono e agiscono in un ambiente comune, il fil rouge che li lega è il fatto di conoscersi, il legame che hanno instaurato o semplicemente l’essersi incontrati. Questo a mio parere è un elemento di novità: la trama è la vita stessa, la casualità degli eventi. La guarigione o la morte che si presenta a chi entra in ospedale.
Le storie vissute dai protagonisti in brevi capitoli mozzafiato, che non si riesce a smettere di leggere, non sono tutte a lieto fine ma l’autrice in qualche modo ci rassicura: anche la morte è presentata con serenità, con accettazione. In alcuni casi può far germogliare un’altra vita.
“Lucertole” è un libro spontaneo, profondo come solo la semplicità e il sentimento sanno essere.
Brava Laura, scrivi ancora. Spero che il tuo libro abbia il successo che merita e che tu meriti, grazie alla tua vita trascorsa al servizio degli altri.
Brava. Ottimo lavoro. Leggere le opinioni di chi legge è sempre una lezione interessante.