Perchè scriviamo? Per appagare il nostro ego smisurato o per qualche altro motivo? Le risposte sono varie, ognuno di noi ha le proprie. Per quanto mi riguarda, ho sentito l’esigenza di scrivere quando ho dovuto mettere ordine nella mia mente. C’erano snodi emotivi non chiariti e la scrittura, con la sua linearità, è stata terapeutica. Poi la passione ha preso il sopravvento, ho scoperto che mi piaceva da impazzire, che potevo essere apprezzata, che era possibilie confrontarsi con altri… e non ho più smesso. Però, attenzione, iniziare a scrivere non vuol dire saper scrivere. I nostri primi lavori sono spesso ingenui, hanno il dono della spontaneità e del sentimento, ma mancano di tecnica. Ecco, a questo punto viene il difficile. Possiamo essere così fortunati, come a capitato a me, di incontrare lungo la nostra strada qualcuno che ne sa parecchio più di noi, che vuole aiutarci a migliorare. Noi abbiamo il nostro romanzetto già pronto, ne siamo orgogliosi ma, di fronte ai suggerimenti strutturali, ci rendiamo conto che è quasi tutto da riscrivere… A questo punto bisogna essere forti, non essere supponenti nè perdersi d’animo. E’ un momento molto importante, è necessario essere umili, rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare a testa bassa, facendo tesoro di tutto quello che ci viene detto. Il nostro romanzo ne uscirà migliore, con una stesura godibile e mirata. E, soprattutto, noi aspiranti scrittori avremo imparato a scrivere meglio, ci saremo fatti un bagaglio di esperienza che non ci abbandonerà mai più.
I libri collettivi. Una buona idea!
Sono una scrittrice di romanzi lunghi e complessi. Comporre i miei libri, che seguono una scaletta ben precisa, non è sempre uno spasso. Ad esempio, per la giornata di oggi il romanzo che sto scrivendo prevedeva che io descrivessi nei...
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